Mentoring Filosofico – consulenza filosofica

“Oggi non si è ammalata la psiche, si sono ammalate le idee” (Umberto Galimberti)

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L’ammalarsi delle idee, crisi noetica (nous), costituisce un riferimento che va oltre al fenomeno della malattia psichica; più esattamente, quando sono le idee ad ammalarsi, ovvero la visione del mondo e l’approccio alla vita (quindi lo stadio che precede la psiche), vuol dire che è l’essere della persona a soffrire un disagio. Il disagio esistenziale (crisi esistenziale) è un vaso di pandora che racchiude ogni forma di espressione; molti e disparati sono i modi e le sfumature con cui si può esprimere un disagio esistenziale che vanno dall’angoscia, alla conflittualità, all’identità, a problemi etici e molto altro ancora. Qui si colloca la figura del Consulente Filosofico che, attraverso il questionamento, maieuticamente orienta e accompagna il consultante nell’esplorazione del proprio essere. Tra le novità della Consulenza Filosofica (mentoring Filosofico) vi è l’assenza di scuole di pensiero che interpretino, pre-giudichino, il vissuto del consultante; la chiave di lettura dell’Io della persona e della sua unicità, appartiene al cliente che indaga se stesso, il Filosofo Consulente accompagna e stimola dialetticamente questo processo di scoperta di sé, per questo il percorso di Consulenza Filosofica (Mentoring Filosofico) non è un approccio terapeutico, in senso clinico, non è nemmeno una lezione di filosofia in senso tradizionale, bensì è un prendersi cura del proprio essere e della domanda sul proprio senso esistenziale.

Tutti possiamo sperimentare, toccare con mano, la potente domanda di senso di cui siamo portatori, consapevolmente o inconsapevolmente, per il solo fatto di essere nati (gettati nel mondo). Ascoltare il bisogno di senso, prendersi cura di sé, conoscere se stessi, in alcuni momenti della vita può risultare difficile, per questo la Consulenza Filosofica è un percorso competente che accompagna questo processo di indagine complesso; infatti si tratta di una forma di mentoring, di affiancamento nella ricerca di senso, di cui solo il consultante ha la chiave. In linea con queste visioni si apre un’idea nuova del concetto di benessere, inteso non come assenza di malattia o disturbo, bensì come attenzione, cura di sé, una cura che non riduce la vita di un uomo alla mera performance; la relazione d’aiuto è, in quest’ottica, finalizzata alla conoscenza di sé (bisogni e limiti) che è anche cura del proprio contesto sociorelazionale, tale cura di sé è quindi orientata alla fioritura di sé che porta, di conseguenza, ad un grado e prospettiva di comprensione ulteriore della propria esistenza.

A seconda dei casi, il mio approccio in consulenza si avvale anche di tecniche di coaching che vanno a supporto del percorso dialogico e degli esercizi filosofici, in quanto ritengo che i saperi, con le rispettive competenze, non siano separati, bensì compenetrati e che ogni sapere e rispettiva pratica, sia un elemento che contribuisce all’esplorazione e miglioramento nella straordinaria complessità della natura umana.

Il mio lavoro, rivolto alla comprensione e, in generale, al benessere della persona, essendo questo obiettivo tra quelli auspicabili, è rivolto principalmente a sviluppare una maggiore presa di coscienza della realtà, la comprensione del proprio posto nel mondo e un maggiore senso critico.

È aperto anche alle collaborazioni innovative con altre professionalità del campo della salute mentale.