Sessualità: Identità sessuale – Identità di genere – Gender fluid

Sessualità: Identità sessuale – identità di genere – gender fluid
  • Sessualità – Identità sessuale
  • Ruolo di genere – Costruzione sociale e aspettative culturali
  • Orientamento sessuale-affettivo – Oltre le azioni concrete
  • Natura fluida (Gender Fluid) – Adattamento ed evoluzione
  • Natura fluida – Prospettiva evolutiva e complessità

La sessualità è un terreno complesso, spesso soggetto a fraintendimenti e a idee preconcette. Nell’articolo che segue, cercherò di esplorare, accennandola, questa complessità, cercando un equilibrio tra l’approccio specialistico e quello più accessibile.

Le conversazioni sulla sessualità sono spesso condizionate da ideologie e credenze culturali, provenienti dalla propria tradizione di appartenenza, piuttosto che da una reale riflessione critica. Questo porta a posizioni rigide e polarizzate, che rendono difficile una comprensione un po’ più chiara della questione.

Alcuni colleghi filosofi e creatori di contenuti, hanno sollevato questioni inerenti proprio la sessualità. Tra le domande che ho riscontrato, una ad esempio è se si può definire omosessuale chi aderisce all’idea di esserlo e, di conseguenza, faccia percepire di esserlo, anche se di fatto non abbia avuto ancora esperienze, oppure essere omosessuali significa vivere praticamente quella sessualità specifica. Questa domanda è mal posta, come direbbe Bergson, in quanto fa leva su un’idea dicotomica dell’essere o non essere omosessuali. Tale domanda gioca su due piani, il primo simbolico mentre il secondo è il piano concreto o almeno così sembra. In realtà, però, quando entriamo nella complessa sfera della sessualità, entriamo in un contesto intricato. I piani simbolici e quelli concreti forse non sono così separati, in quanto tale separazione o polarizzazione è una idealizzazione dei due stessi piani. Prima di cercare di dare una risposta, che potrebbe rivelarsi con lo stesso dispiegamento dell’argomentazione, vanno affrontati, molto sinteticamente, dei punti cruciali che ci aiuteranno a capire e ad intravedere la complessità dell’argomento e forse anche ad abbozzare una risposta plausibile.

Quindi, la domanda giusta da porci, prima di rispondere alla questione se la sessualità sia un’adesione simbolica o è solo l’atto concreto a definirla, è: “cos’è l’identità sessuale?”.

IDENTITÀ SESSUALE. L’identità sessuale si distingue dai generi sessuali. Molti studiosi sono concordi su tale definizione: <<descrive la dimensione individuale soggettiva del percepirsi sessuati, è l’esito della complessa interazione tra aspetti biologici, psicologici, sociali e culturali di un soggetto>> (Cit.). In sostanza abbiamo: il sesso biologico, l’identità di genere, il ruolo di genere e l’orientamento sessuale. Sintetizzando brutalmente, il sesso biologico, bene o male lo conosciamo; ovvero in presenza o meno del cromosoma Y, determinato dal padre, si svilupperanno gonadi differenti che, per effetto a cascata, daranno avvio allo sviluppo di genitali maschili o femminili e i rispettivi ormoni. Ricapitolando, c’è il sesso cromosomico (XX – XY) e il sesso gonadico, almeno questo ci insegnano canonicamente a scuola. Scopriremo però che forse vengono ingenuamente omessi alcuni dettagli.

Trascriverò direttamente, per ragione di sintesi, una parte della relazione della sessuologa e terapeuta dott.ssa Michela Molinari che definisce l’identità di genere. <<Perché c’è bisogno di distinguere tra sesso cromosomico e sesso gonadico? Perché […] non sono così necessariamente legati l’uno all’altro. […] C’è un 1% (una persona su 100, ciò vuol dire che sono rari, ma non sono pochi) dove non c’è un cromosoma XY, non c’è un cromosoma XX, ma c’è ad esempio un cromosoma XXY oppure un cromosoma XX in cui la seconda X non è proprio una X, è quasi una Y. Che succede se c’è solo un cromosoma X ma non c’è un secondo, non c’è una X o una Y che determina il sesso? Sono possibili variazioni che fanno si che a livello cromosomico quell’individuo non è così nettamente differenziato. Questo può voler dire, per esempio, che le gonadi possono sviluppare alcune caratteristiche dei testicoli e altre delle ovaie, […] e a quel punto che sesso gonadico abbiamo? […] Ci sarà una via di mezzo. Quindi è un maschio o una femmina? Potrebbe essere a livello cromosomico un maschio nel senso che è un XY, ma per una serie di modificazioni, questi testicoli avranno comunque delle caratteristiche tipiche delle ovaie: potranno essere secreti anche ormoni femminili, gli estrogeni, a quel punto potremmo avere, ad esempio, uno sviluppo dei genitali non completo. Potremmo avere anche lo sviluppo di una vagina e di un pene, lo sviluppo completo delle ovaie ma con il pene. […] Quindi, non c’è più solo uomo\donna, ma ci sono una serie di possibilità intermedie. […] Potremmo avere per esempio uno sviluppo quasi totalmente maschile, ma in cui il corpo, per una serie di motivi, non recepisce gli ormoni maschili, non recepisce gli androgeni, e quindi svilupperà caratteristiche tipicamente femminili, lui avrà il pene ma avrà caratteristiche anche del viso che sono tipicamente femminili. […] Si chiama intersessualità […] avviene in quelle situazioni in cui il sesso cromosomico è differente dal sesso fenotipico che vuol dire che l’aspetto esteriore dell’individuo non è identificabile come maschio o femmina per cui anziché esserci una contraddizione tra cromosomi e aspetto esteriore c’è semplicemente una situazione intermedia>> (Michela Molinari, “Sesso dunque sono: la percezione dell’identità sessuale e di genere nel contesto bio—psico-sociale” convegno <<L’Etica è laica>> Bari 10\11 maggio 2018, organizzato dall’associazione UAAR Bari, Atti del convegno 2018).

La realtà intersessuale ci apre alla comprensione che la stessa eredità genetica o biologica sia fluida e non rigidamente determinata, proprio perché, come si evince, in natura non sempre si costituisce la corrispondenza della propria percezione di genere col sesso biologico. Vi sono innumerevoli esempi nel regno animale tra vertebrati e invertebrati, come in piscicoltura, dove diverse specie cambiano sesso per ragioni ambientali come la temperatura dell’acqua. Altre specie praticano l’omosessualità, è stato osservato che aiuta a consolidare i rapporti sociali e contribuisce alle cure parentali (albatros). La riproduzione, in alcune specie, può essere sessuata o asessuata, ad esempio i vermi solitari sono ermafroditi, ovvero fanno sesso con se stessi in modo sessuato, autofecondando le uova. Le spugne invece si autofecondano senza coinvolgimento di uova, questa è una riproduzione asessuata. Si può verificare tra i vertebrati la partenogenesi, una forma di riproduzione sessuata incompleta in cui l’embrione si forma a partire da un ovulo non fecondato, senza il contributo paterno. (Lisa Signorile, <<Il coccodrillo come fa. La vita sessuale degli animali>>, Codice Edizioni Torino 2014).

Tutto questo indica, sostanzialmente, la variabilità dei modi in cui la natura cerca la continuità della trasmissione dei geni.

RUOLO DI GENERECOSTRUZIONE SOCIALE E ASPETTATIVE CULTURALI. Il ruolo di genere, invece, si riferisce a modi, comportamenti, tratti della personalità che la società, la cultura, il periodo storico ha stabilito come maschili e femminili. Il ruolo è legato all’aspettativa che la famiglia, la società in generale, si aspetta dalle persone in relazione al proprio genere, se si è “maschi o femmine” (polarizzazione che, se facciamo caso, già esclude a priori quell’1% esistente nella realtà preso in esame). Ad esempio la scelta dei giochi ha un ruolo incisivo dal punto di vista educativo, per l’assegnazione dei ruoli di genere. Attraverso i ruoli assegnati tradizionalmente si potrebbe definire il destino di un genere. Notando i tipi di giocattoli proposti dalle aziende e dal marketing, si intuisce che alle bambine vengono spesso proposti giochi inerenti alla cura della casa e dei figli, invece ai bambini giochi che stimolano la creatività e l’intraprendenza e che invogliano alla scoperta, come se la donna non avesse le stesse esigenze e curiosità nei confronti del mondo. In questo modo, implicitamente, il genere femminile viene relegato a ruoli remissivi e di solo appoggio o affiancamento al genere maschile. Quindi, la scelta dei giochi, i divieti, gli incoraggiamenti, sono fondamentali. I ruoli non sono fissi, rigidi, la cultura è sempre in trasformazione, ma soprattutto la persona va’ vista prima nella sua soggettività, ovvero come persona con le sue proprie caratteristiche. Ogni donna, come ogni uomo, sono una donna e un uomo a sé. Ogni soggetto esprime il suo modo di essere donna e il suo modo di essere uomo o altro. L’adesione ad un’idea generale di uomo e donna (ruolo di genere appunto) è solo un’abitudine culturale perpetrata nel tempo che ha gradualmente generato stereotipi e quindi modelli idealizzati di genere spesso polarizzati e stabiliti in funzione di rapporti di potere, ovvero di un esercizio di potere di un genere sull’altro. I modelli sono realtà fisse spesso spinte da esigenze di mercato, in quanto, ad esempio, attraverso i messaggi pubblicitari si crea la percezione e l’aspettativa ideale di come dovrebbero essere un uomo e una donna, ma si evince che, nel caso specifico, sono idealizzazioni di convenienza per vendere più prodotti e o servizi possibili, che hanno però delle conseguenze. Attraverso il condizionamento dell’immaginario collettivo si costruiscono infatti stereotipi di genere che andranno ad influire culturalmente la società e le aspettative di questa su ogni individuo.

ORIENTAMENTO SESSUALE-AFFETTIVOOLTRE LE AZIONI CONCRETE. L’orientamento sessuale riguarda il sentire attrazione fisica, affettiva, sentimentale; costituisce il gusto sessuale di genere. Il gusto sessuale di genere implica in sé quel sentire attrazione verso… il sesso opposto, il medesimo sesso, entrambi i sessi o altro. È l’intenzione, per così dire, virtuale, che definisce, più o meno, l’orientamento e l’identità affettiva, anche in un periodo della propria vita. Ora, ritornando alla questione iniziale, sostenere che l’assenza della concretizzazione sessuale implichi anche l’assenza di un orientamento sessuale è molto probabilmente un errore concettuale di fondo. Faccio un esempio teorico estremo che non ha a che fare però con l’omosessualità, bensì con la sessualità in generale. Un individuo può provare attrazione verso i bambini, praticamente ci riferiamo al caso di un pedofilo. In tal caso specifico, questi può non concretizzare mai la sua attrazione, ma la non concretizzazione, non evita che sia da ascrivere nella condizione di pedofilia, perché l’attrazione verso l’età infantile c’è comunque, anche nel caso in cui non abbia mai concretizzato l’atto illegittimo e illegale. La domanda iniziale, ovvero se una sessualità si definisce solo attraverso la concretizzazione; dal punto di vista logico, forse, non ha molto senso. L’intenzione è una realtà, bergsonianamente, virtuale, ovvero è un atto intenzionale che, in quanto virtuale, è già reale anche se non concretamente esperito. L’esserci concretamente, con i desideri, le intenzioni, le volontà che sono già un atto reale, più esattamente un esserci attuale.

NATURA FLUIDA (GENDER FLUID)ADATTAMENTO ED EVOLUZIONE.

Quel che mi preme è mettere in evidenza l’idea di fluidità della natura. Questo concetto è importante perché ci fa comprendere la concreta complessità della natura stessa e, allo stesso tempo, definire determinate categorie fisse, significa ridurla, ovvero falsificare il modo in cui essa procede. Dobbiamo intenderci che la natura non ha scopi finalistici, non ha idee predeterminate da attualizzare, essa è solamente orientata alla prosecuzione di sé ed evoluzionisticamente sperimenta tanti modi per cercare di avere successo, ovvero per far tramandare i geni ad ogni specie. Va’ avanti per prova ed errore; la pressione ambientale, per così dire, testa le capacità di adattamento del singolo appartenente alla specie. Come si è accennato, nel regno animale la fluidità è molto più accentuata, in quanto avvengono anche cambi di sesso spontanei (in piscicoltura), ma anche i cambi di sesso derivati da fattori ambientali; nel caso in cui avviene una variazione per fattori ambientali, vuol dire che l’organismo, geneticamente, prevede comunque questa plasticità. Infatti in natura la fissità sessuale non è molto producente, perché si hanno meno chances di successo. L’idea di fluidità infatti ci restituisce non solo la complessità con cui opera la natura, ma anche l’importanza della variabilità che la natura necessita per la propria prosecuzione; questo significa che potrebbe ancora ulteriormente variare e, per così dire, inventarsi nuove strade col passare del tempo e delle evoluzioni delle specie. Aggiungerei anche con l’integrazione e ibridazione delle tecnologie sugli organismi viventi.

NATURA FLUIDAPROSPETTIVA EVOLUTIVA E COMPLESSITÀ. Se visualizziamo idealmente una linea retta, questa linea ha due poli opposti, per quanto i poli siano opposti, di fatto, fanno parte della stessa linea retta. La linea retta, ovvero ciò che è in mezzo fra i poli opposti, è quell’unica realtà che si manifesta nelle forme più disparate. Sinteticamente, la natura, molto più complessa, è unica, ma si esprime in differenti modi e queste espressioni sono il suo modo per perpetuarsi. Il molteplice è l’espressione della natura stessa, in quanto è, nella sua creazione frammentata, sperimentatrice di nuovi modi, nuove strade per garantire la prosecuzione di se stessa. I poli opposti sono solo gli estremi, forse anche concettuali; nel mezzo c’è la molteplicità, la frammentazione a gradi differenziati della realtà ed è quel mondo sensoriale-percettivo di cui possiamo fare immediatamente esperienza.

Gender line icons. Sexual orientation sign. LGBT symbols of hetero and homo couples, female, male or unisex, asexual people. Contour sex identity emblems. Vector discrimination or tolerance mark set

Sulla base della consapevolezza della fluidità della natura, per ragioni adattive di sopravvivenza, concepire la stessa come se avesse uno scopo finalistico, significa giudicare i tentativi creativi della natura, ovvero significa giudicare il suo operato, le strade che tenta. Il giudizio è la sintesi di un processo naturale mentale, della specie umana, di riduzione della complessità del reale. Molti condizionamenti influenzano tale processo (bias cognitivi), come abbiamo visto, ad esempio il ruolo di genere, ovvero l’aspettativa che le abitudini culturali e\o alcune istituzioni, decidono a priori che si debba avere e, di conseguenza, stabiliscono come si debba essere. La natura però non ha scopi, la natura tenta nuove strade adattive spinta da pressioni ambientali. Infatti, quando attribuiamo un’idea su come la natura debba essere, dobbiamo essere consapevoli che la stiamo giudicando secondo la nostra idea preconcetta e stereotipata di come essa dovrebbe essere e non la cogliamo per come è, ovvero per la sua evoluzione creativa che si esplica nella molteplicità e complessità del mondo. In sintesi, ogni idea fissa di come le cose debbano essere è, di fatto, una violenza in quanto significa condannare la realtà ad una fissità che non le appartiene. Tutto in natura è fluido, cangiante, temporaneo quindi in evoluzione, comprese le specie che vi prendono parte.

In definitiva, comprendere la complessità della sessualità richiede un approccio aperto e consapevole della sua fluidità e variabilità. È solo abbracciando questa diversità, senza pregiudizio, che possiamo veramente apprezzare la ricchezza della natura umana e animale.

Ulteriore riferimento bibliografico: “Sei sempre tu. Guida informativa per adulti su omosessualità e varianza di genere”, Agedo Nazionale Onlus, associazione di genitori, parenti e amici LGBT+.

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